Direct-to-consumer: che cos'è il modello D2C

**Articolo aggiornato il 07/02/2023**

I marchi Direct-to-Consumer (D2C), o italianizzato in marca del distributore (MDD), erano già in crescita, e, a causa del COVID, il fenomeno ha visto un’impennata esponenziale. Se stai pensando di fondare il tuo marchio, considera la strada del D2C. Cosa comporta questo modello di business? In questo articolo esaminiamo vantaggi e svantaggi, esempi e ciò che dovresti tenere a mente se vuoi che il tuo business D2C abbia successo.

INDICE

1. Cos'è il modello D2C (direct-to-consumer)?
2. Il Brick and Click
3. Esempi di brand direct-to-consumer
4. Vantaggi e svantaggi del D2C
5. Reputazione online
In conclusione

1. Cos’è il modello D2C (direct-to-consumer)?

B2B, B2C, C2C e ora anche D2C, che confusione.
Facciamo luce su questi acronimi: innanzitutto sono tutte sigle che si riferiscono al modello di business con cui un'azienda decide di operare e qual è il gruppo target a cui si rivolge. Vediamo le differenze.

  • B2B: Business to business, ovvero è un'azienda che produce e vende prodotti a un'altra azienda

  • B2C: Business to consumer, cioè una compagnia che vende prodotti agli e alle acquirenti

  • C2C: Consumer to consumer. Hai mai visto uno smartphone messo in vendita su eBay o nei Marketplace di Facebook da una persona privata? Ecco, questo è il caso.

  • Infine, D2C: Direct to consumer

💡 Le aziende Direct-to-consumer (D2C), o marca del distributore (MDD), producono, promuovono e vendono i loro prodotti direttamente all’acquirente finale. L'idea principale è che, eliminando gli intermediari (cioè i rivenditori), questi marchi possono offrire prodotti a prezzi più competitivi e godere di maggiori profitti.

E i vantaggi non finiscono qua.
Infatti, il modello D2C consente di creare un rapporto più personalizzato con la clientela e un miglior Customer Journey.

modello di business b2c versus modello tradizionale messi a confronto

Fonte: Hitachi solutions

Ma procediamo con ordine.

La spinta del COVID-19

Oltre al semplice fatto che internet rende possibile lo shopping online, la nuova era degli e-Commerce ha creato un sacco di opportunità per i marchi nativi digitali di sconvolgere il modo vecchia scuola (offline) di fare le cose.

Inoltre, la pandemia ha causato un'impennata della tendenza ad acquistare online o in luoghi fisici vicini al proprio domicilio, così come ha sancito la chiusura di molti negozi di retail e la nascita di una clientela sempre più connessa e informata.

Alcuni di questi cambiamenti sono ovvi (per esempio, poter aprire un'attività senza bisogno di un negozio B&M). Tuttavia, con l'utilizzo sempre maggiore di internet, elementi del business che prima erano indiscutibili ora sono pronti ad essere cambiati per sempre.

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Queste modifiche includono ripensare le catene di approvvigionamento, l'utilizzo di nuovi metodi di marketing per raggiungere un pubblico sempre più esigente, attento alla sostenibilità e alla ricerca di prodotti personalizzati, e il ripensamento della customer experience.

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tablet su tavolo di legno

2. Il Brick and Click

Il D2C non significa affatto che i vecchi negozi brick&mortar diventeranno obsoleti, tutt'altro. Infatti, per unire le esigenze di chi preferisce un'esperienza multisesonsoriale, per far fronte ai colossi del retail che offrono prodotti online a prezzi competitivi e per adeguarsi all'emergenza sanitaria, molti negozianti si sono adeguati ai tempi, creando un modello di vendita ibrido e un customer journey fluido. Inoltre questa strategia può utilizzare anche negozi fisici monomarca, controllati dai brand stessi.

Il Brick-and-Click indica un modello utilizzato dai e dalle commercianti per gestire sia un eCommerce che un punto vendita fisico.

Per questa ragione, molti negozi D2C, spesso nati come e-Commerce, hanno anche una sede fisica. Potresti, ad esempio, creare uno showroom dove i e le clienti finali possono testare il prodotto prima di acquistarlo sul posto o online, o creare dei pop-up store (o negozi a tempo) per eventi speciali.

3. Esempi di brand direct-to-consumer

Anche colossi come Nike e Adidas hanno annunciato che entro il 2025 metà delle loro vendite sarà generata grazie al D2C. Vediamo quindi alcuni dei marchi che utilizzano questo modello.

Allbirds

Il marchio di abbigliamento nasce con una missione ben precisa: semplificare il processo di decisione di acquisto della clientela.

pagina prodotto Allbirds scarpe da corsa, casual e per passeggiare

Fonte: Allbirds

Infatti il brand, inizialmente, offriva due modelli di scarpa, semplici, senza fronzoli, senza nessun marchio visibile.

Ora, sul sito web, sono disponibili diversi modelli, suddivisi in scarpe da corsa, calzature casual e modelli da utilizzare per la vita di tutti i giorni, così come altri capi d'abbigliamento. Ma l'idea di fondo rimane la stessa, ovvero la semplicità, con l'aggiunta di particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, visto che i loro prodotti vengono creati utilizzando materie prime sostenibili, come il legno di eucalipto.

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Glossier

Il brand statunitense di bellezza e cura del corpo è nato da un blog. Emily Weiss, la fondatrice, ha saputo creare una community online e, di conseguenza, una forte presenza in rete, che le ha consentito, oltre alla fama e conseguenti vendite, di raccogliere feedback e consigli su cosa effettivamente le persone vorrebbero trovare in un prodotto per la cura della pelle.

Pagina Instagram di Glossier, prodotti e foto rispettano un'estetica pastello

La pagina Instagram vanta più di due milioni di follower, rispetta un aesthetics ben precisa (notare i colori pastello) e consente al brand di rimanere a diretto contatto con il pubblico.

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smartphone su Instagram

Velasca

Velasca è un esempio di Made in Italy che funziona. L'azienda, nata come e-Commerce di calzature artigianali a prezzi competitivi, ora vanta diverse sedi non solo nello stivale, ma anche in Francia, nel Regno Unito e negli Stati Uniti.

Il marchio è stato in grado di mescolare digitalizzazione e tradizione, utilizzando i canali online per farsi pubblicità e offrire il servizio virtualmente ovunque per vendere scarpe di qualità realizzate e modernizzate da artigiani.

VeraLab

landing page di VeraLab Cristina FogazziFonte: VeraLab

Veralab è un altro esempio di attività nostrana di successo. La fondatrice, Cristina Fogazzi (aka Estetista Clinica), grazie alla sua onnipresenza sui social è diventata una delle beauty influencer più popolari del Bel Paese. Tra la sua fama nel web, prodotti e packaging personalizzati e una clientela che è anche una fanbase, l'Estetista Clinica ha saputo creare un marchio forte, fidelizzare gli e le acquirenti e offrire un customer journey a tutto tondo e di successo.

4. Vantaggi e svantaggi del D2C

Vantaggi

Come già menzionato, visto che non ci sono terzi retailer nel processo di distribuzione, le entrate sono notevolmente maggiori.

Il D2C permette di gestire ogni passo del customer journey, elimina gli intoppi e riduce i rischi che la qualità del servizio non si riveli all'altezza. Questo migliora la customer experience.

Se il marketing sui social è gestito sapientemente, il D2C non produce clientela, ma una fanbase di persone che possono identificarsi con il tuo marchio e la tua missione aziendale, migliorando il tasso di fidelizzazione.

Dato che il prodotto arriva alla clientela senza intermediari, puoi offrire un'esperienza personalizzata ed esclusiva.

Non sottovalutare l'importanza del packaging, soprattutto vista la quantità di ricerche e visulizzazioni di video su YouTube con la parola chiave "unboxing".

Pacco di cartone che contiene sei lattine di birra e un bicchiere. Scritta sul pacco

Fonte: Greatergood

 

📦 Lettura consigliata: Sostenibilità e e-Commerce, l'importanza del packaging

I vantaggi sono quindi notevoli, ma, come per tutto, bisogna considerare anche l'altra faccia della medaglia.

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checklist-sostenibilita

 

Svantaggi

I costi, almeno inizialmente, possono comportare un investimento consistente.
Anche le spese di spedizione e di stoccaggio sono a carico di chi crea l'attività.

Se un prodotto è nuovo e non è venduto dai colossi dei retailer o supportato da un brand già famoso, è difficile riuscire ad acquistare notorietà e ispirare fiducia. Dovrai creare una clientela da zero e costruire una buona reputazione online. Arriviamo così all'ultimo punto dell'articolo.

5. Reputazione online

Qualsiasi modello di business, e il D2C in particolare, dal momento che oggigiorno nasce perlopiù in rete, non può fare a meno di una buona strategia di marketing digitale.

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Oltre a copywriter con una ricca fantasia, un sito web leggibile sia da dispositivi mobili che desktop e con una grafica accattivante, un'eventuale collaborazione con micro influencer, un fattore che gioca un ruolo incisivo sul successo del tuo marchio è la reputazione online.
E quale modo migliore per convincere i e le potenziali clienti che la tua attività è degna di fiducia se non i contenuti generato dagli utenti, ovvero le recensioni?

💡 Con l'app eTrusted puoi reagire prontamente alle recensioni negative anche dallo smartphone, grazie alle notifiche push e condividere quelle più positive e significative su tutti i tuoi canali social.

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In conclusione

Sicuramente il modello D2C comporta delle difficoltà iniziali, ma, se gestito correttamente dall'inizio, può rivelarsi estremamente redditizio.

Punta sulla tua presenza online e sulla reputazione in rete, offri la possibilità di personalizzare i tuoi prodotti e considera di offrire un modello di vendita ibrido che possa ispirare digitalmente e gratificare i sensi in store, e vedrai che i tuoi sforzi verranno ripagati.

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Articolo ispirato da Why the Time is Right for Direct-to-Consumer (D2C) Brands

02/03/2022

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