5 consigli di marketing che rendono il tuo e-Commerce più popolare
Il marketing non è complicato, se si sa come utilizzare i canali adatti. In questo modo, puoi conquistare nuovi clienti con pochi accorgimenti.
**Articolo aggiornato il 02/11/2022**
Brexit: a partire dal 31 gennaio 2020, il Regno Unito ha smesso ufficialmente di essere uno Stato membro della Unione Europea. Dal 1° gennaio 2021, la Brexit è entrata ufficialmente in vigore. Quali sono le conseguenze per gli e‑Commerce che hanno a che fare con il Regno Unito?
Con il termine Brexit si intende la fuoriuscita del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) dagli Stati membri dell'Unione Europea. In effetti il Regno Unito aveva già palesato in passato un certo distacco dalle politiche comuni in Europa, come quando rifiutò l'Euro per rimanere fedele alla Sterlina.
Il distacco del Regno Unito è sicuramente volto ad un miglioramento della situazione economica, in particolare tramite l'adozione di dogane e di sistemi protezionistici.
Ma quali sono le conseguenze per il mercato europeo e, in particolare, quello italiano? I dubbi a riguardo sono molti, specialmente per i proprietari di e-Commerce italiani che fanno affari anche con il mercato inglese.
I timori erano che se il Regno Unito e l'UE non fossero giunti ad un accordo entro il 31 dicembre 2020, il commercio con il Paese sarebbe divenuto costoso e complicato. Non trattandosi di una situazione conveniente né per il Regno Unito né per l'Europa, entrambe le parti hanno fatto del loro meglio per trovare una soluzione.
Dopo lunghissime trattative, il 24 Dicembre l'UE e il Regno Unito hanno trovato un accordo per le futuri relazioni commerciali, che sono entrate in vigore il 1 Gennaio 2021.
Ma prima di tutto soffermiamoci sui fatti chiave, sulla situazione attuale e sull'impatto che la Brexit ha avuto sulla sterlina. Puoi saltare alla sezione che preferisci.
INDICE
1. Cosa cambia con la Brexit
2. L'e-Commerce europeo perde il suo leader
3. Le conseguenze per gli e-Commerce
4. Come preparare il proprio negozio online alla Brexit?
Fonte: Statista
Nonostante la Gran Bretagna non fosse più Stato membro della UE già dal 31 gennaio 2020, i cambiamenti derivanti dalla Brexit non sono stati pienamente efficaci fino al 1° gennaio 2021.
Durante questo periodo, il Regno Unito ha continuato a far parte:
dell'Unione doganale: essa assicura che gli scambi commerciali siano agevolati, che non vengano introdotte tariffe per gli esporti all'interno della UE e che quelle esterne siano comuni a tutti gli Stati membri e, infine, che i controlli doganali continuino a garantire la sicurezza per abitanti, animali e ambiente.
del Mercato unico: garantisce la libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali all'interno degli stati membri dell'UE.
ma:
non ha potuto più partecipare alle Istituzioni politiche europee: a livello politico, le tre Istituzioni più importanti dell'Unione sono il Parlamento europeo, la Commissione europea e il Consiglio europeo.
non ha avuto rappresentanti britannici nel Parlamento europeo: perdendo i rappresentanti eletti dal popolo (l'unica Istituzione che lo permetteva), il Parlamento ha 73 deputati in meno. Il Regno Unito è stato quindi escluso dalla legislazione comunitaria, ad esempio dalla possibilità di sviluppare strategie generali dell'UE e delle sue politiche.
Il governo ha sostenuto che non ci sarebbe stata alcuna proroga. Se entro la fine del 2020 non si fosse arrivati ad un accordo commerciale, sarebbero entrare in vigore le regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), il che avrebbe significato tariffe sulle esportazioni verso il Regno Unito e controlli doganali alle frontiere.
Fra tutte le conseguenze, ce n'è una che ha avuto un effetto immediato:
Il valore della sterlina è diminuito notevolmente dal referendum di Brexit, arrivando al suo minimo storico dal 1985 sul dollaro.
Il 23 giugno 2016, giorno del referendum, una sterlina valeva ancora 1,30 euro. Un giorno dopo era già scesa a 1,22 euro. Nel gennaio 2020 la sterlina ha oscillato tra 1,17 e 1,19 euro. Quindi, se un cliente volesse comprare qualcosa del valore di 100 euro, il 23 giugno 2016 avrebbe pagato 76,92 sterline mentre pochi mesi avrebbe dovuto pagare 85,47 sterline.
Ciò significa che il potere d'acquisto sta diminuendo nel Regno Unito, perché i consumatori devono pagare di più per lo stesso prodotto.
Questo si riflette chiaramente sulle esportazioni verso il Regno Unito e su di te, come commerciante online.
It was worth fighting for this deal.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) December 24, 2020
We now have a fair & balanced agreement with the UK. It will protect our EU interests, ensure fair competition & provide predictability for our fishing communities.
Europe is now moving on. https://t.co/77jrNknlu3
Questo il Tweet di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, nel quale sostiene che la lotta è stata dura ma che ne è valsa la pena. "L'Europa sta andando avanti", conclude.
A partire dal 1° gennaio 2020 il Regno Unito è diventato un paese terzo (ovvero un paese non membro dell'UE) ma è rimasto un alleato, perché, sempre citando la Presidente della Commissione europea, "insieme otterremo di più di quanto riusciremmo a fare separatamente".
Contemporaneamente, però, il Regno Unito ha abbandonato definitivamente l'unione doganale e il mercato unico, con conseguenti rallentamenti negli scambi commerciali. Approfondiremo questo punto nel prossimo capitolo.
💡 Qui il testo completo dell'accordo commerciale fra l'UE e il Regno Unito (che conta ben 1.246 pagine).
All'interno della UE, il Regno Unito è sempre stato al primo posto in termini di e-Commerce:
nel 2019, l'82% degli inglesi ha fatto acquisti online (Fonte: Statista)
nel 2018, il consumatore britannico medio ha speso circa 942 € per gli acquisti online, più di ogni altro consumatore europeo. (Fonte Statista)
l'e-Commerce rappresenterà oltre la metà (53%) delle vendite totali al dettaglio nel Regno Unito nei prossimi dieci anni. (Fonte: rapporto Womble Bond Dickinson)
Gli acquirenti britannici fanno shopping online anche all'infuori del Regno Unito:
Il 52% degli ordini viene effettuato principalmente da siti cinesi o americani (Fonte: Statista)
Il 13% di queste transazioni derivano invece dall'Europa, in particolare dalla Germania e dalla Francia. (Fonte: Statista)
La Brexit potrebbe rappresentare una brutto colpo per l'intero e-Commerce europeo:
il 70% degli utenti europei smetterebbe di acquistare sul mercato elettronico britannico. (Fonte La Vanguardia)
nel 2019, 7,4 milioni di italiani hanno concluso acquisti su siti britannici. (Fonte: Statista)
fino al 69% degli inglesi smetterebbe di acquistare sul mercato internazionale online. (Fonte La Vanguardia)
Si può quindi affermare che sarà la Germania a salire sul podio delle maggiori potenze dell'e-Commerce europeo.
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L'Italia è uno tra i Paesi ad accusare di meno il colpo del distacco del Regno Unito dalla UE.
Secondo uno studio di Standard & Poor's Global Ratings, sui venti paesi a risentire maggiormente della Brexit, l'Italia si piazza al diciannovesimo posto.
Questa conclusione deriva dall'analisi di 4 fattori determinanti (esporto verso il Regno Unito, finanzia, migrazione e investimenti diretti) e dall'introduzione di un cosiddetto indice di sensitività della Brexit (Brexit Sensitivity Index, BSI).
L'Irlanda, divisa fra Regno Unito ed Europa, è il primo Paese a risentire della Brexit, seguito da Malta, Lussemburgo, e dalle altre maggiori potenze economiche europee come Germania, Francia e Spagna.
Illustriamo ora i 6 principali cambiamenti per gli e-Commerce derivanti dalla Brexit:
Il governo del Regno Unito ha deciso di abbandonare il mercato unico, l’unione doganale e di porre fine alla libera circolazione di persone, beni, servizi e capitali con l'UE.
Ciò significa che tra l’UE e il Regno Unito la mobilità e il commercio saranno più lenti, perché non potranno più avere luogo in maniera automatica come in passato.
Di conseguenza, anche i resi richiederanno più tempo. Per garantire la soddisfazione dei tuoi clienti, avvisali dei possibili ritardi.
I costi di distribuzione e spedizione potrebbero aumentare in modo significativo. Sia l'esportazione che l'importazione tra l'Italia e il Regno Unito saranno molto più costose di prima, poiché il Regno Unito non fa più parte dell'unione doganale e del mercato unico dell'UE. Le PMI accuseranno il colpo più forte.
Mantenere un'offerta attraente per i tuoi clienti e che riesca a battere quella dei tuoi competitori potrebbe rappresentare una sfida, se verranno applicati costi aggiuntivi.
Per le vendite dall'UE al Regno Unito vale quanto segue:
se il valore degli acquisti rimane al di sotto di £135 (circa 150€), non si applicherà alcun dazio doganale e l'IVA verrà dichiarata e versata dal venditore europeo. Quest'ultimo deve registrarsi online presso l'Agenzia delle entrate fiscali e doganali britannica, L'HMRC (Her Majesty's revenue and Customs) e richiedere un numero di partita IVA britannico.
se il valore degli acquisti supera le £135 (circa 150€), verranno imposti potenziali dazi doganali e la spedizione sarà soggetta all'IVA.
Poiché il Regno Unito ha abbandonato l'unione doganale, tutte le merci dovranno venire sottoposte a controlli doganali.
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A seguito del calo della sterlina, gli e-Commerce che vendono i propri prodotti in più mercati e quindi lavorano con più valute, devono:
controllare le variazioni dei tassi di cambio
controllare il prezzo finale dei prodotti
ridefinire la strategia dei prezzi
Considerando i punti sui dazi doganali e l'IVA sopra accennati, il prezzo finale dei tuoi prodotti potrebbe cambiare in modo significativo.
Assicurati di fornire ai tuoi acquirenti tutte le informazioni aggiuntive necessarie, come i requisiti per la spedizione e le transazioni con il Regno Unito.
Sii chiaro sui prezzi e indica sempre il prezzo finale del prodotto fin dall'inizio. Ciò impedirà che il numero dei carrelli abbandonati aumenti a causa della mancanza di chiarezza nel prezzo totale.
La Commissione europea ha determinato che il Regno Unito, in quanto paese al di fuori dell'UE, offre un livello adeguato di protezione dei dati (articolo 45 del regolamento UE 2016/679).
Il 28 giugno 2021, la Commissione ha adottato due decisioni di adeguatezza per i trasferimenti di dati personali verso il Regno Unito, rispettivamente nell'ambito del regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e della direttiva sull'applicazione della legge (LED).
👩⚖️ Lettura consigliata: Quali informazioni legali indicare nel footer e nelle pagine del sito
La Commissione europea ha creato dei documenti utili ad orientarsi a questi cambiamenti inevitabili.
In ogni caso vale:
rimani sempre informato sull'andamento degli accordi fra l'UE e il Regno Unito.
se esporti o si importi da o verso il Regno Unito, dovrai segnalare eventuali modifiche alla dogana. Un consiglio è quello di acquistare un software di gestione doganale per gestire efficacemente le formalità doganali.
i prodotti che invii devono essere certificati correttamente e dovresti controllare se alcuni articoli richiedono una licenza di esportazione.
per spedire prodotti al di fuori dell'UE, dovrai fornire anche una fattura commerciale con una descrizione dettagliata della merce. La fattura deve indicare il contenuto della spedizione, il materiale di cui è composta e l'uso a cui sarà destinata.
le nuove regole doganali richiedono il numero EORI (Economic Operator Registration and Identification Number, ), un codice obbligatorio richiesto per l'importazione e l'esportazione al di fuori dell'Unione Europea. Può essere richiesto all'Agenzia delle Dogane.
il codice TARIC (dal francese TARif Intégré Communautaire, tariffa integrata communitaria) o voce doganale, è un codice numerico che serve ad indicare ogni prodotto in modo univoco. Viene utilizzato per classificare le spedizioni internazionali e calcolare le tasse, i dazi e le eventuali restrizioni applicabili. Anche questo codice può essere richiesto all'Agenzia delle Dogane.
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