Come vendere in Francia: occhio agli sconti

Vista la vicinanza geografica e culturale, magari vendi già (o pensi di vendere) i tuoi prodotti Made in Italy in Francia. Tuttavia, se vuoi offrire vari tipi di promozioni per aumentare le vendite, sii consapevole che gli sconti sono regolamentati dal governo francese. In questo articolo, ti parliamo di promozioni e sconti e a cosa prestare attenzione se decidi di espandere gli affari nel Pays des Lumières.

INDICE

1. Dove trovo le regolamentazioni sugli sconti?
2. Come sono regolate le riduzioni di prezzo?
3. Qual è la differenza tra promozioni e saldi?
4. Quali sono i diritti dei consumatori?

Articoli tradotti

Articoli del Codice di Consumo
Ordinanza sull'informazione dei consumatori sui prezzi
Ordinanza sull'annuncio di riduzione dei prezzi al consumatore
Articolo L310-3 e seguenti

1. Dove trovo le regolamentazioni sugli sconti?

Non è sempre facile trovare informazioni su sconti e promozioni, dal momento che esistono diverse fonti.
Per questa ragione, abbiamo elencato qua sotto tutti i testi che dovresti consultare per assicurarti che le tue promozioni e i tuoi sconti non infrangano alcuna legge.

Per prima cosa, definiamo alcuni termini francesi, dato che alcune differenze sono sottili.

Promotions: un periodo di saldi su particolari articoli, che però non avviene in una determinata finestra temporale come i saldi invernali

Soldes: periodo di saldi, ad esempio saldi invernali, dove si vendono i prodotti estivi al 50%

Réductions: indica una riduzione generale del prezzo, legato, ad esempio, a un difetto di fabbrica del prodotto, e non è correlato a un periodo particolare.

In particolare, puoi trovare informazioni dettagliate sui prezzi nei testi in vigore che ti presentiamo in questa lista:

📌 Dato che alcuni degli articoli menzionati non sono disponibili in italiano, li abbiamo tradotti noi. Li trovi alla fine dell'articolo.

2. Come sono regolate le riduzioni di prezzo?

La regolamentazione degli annunci di riduzione dei prezzi in Francia si è evoluta attraverso diverse fasi. Per determinare lo sconto da applicare, è necessario impostare un prezzo di riferimento per il prodotto che sarà scontato in seguito.

#1 Come determinare il prezzo di riferimento?

💰 Il prezzo di riferimento è il prezzo da cui viene calcolato il tasso di sconto. Gli annunci di riduzione del prezzo lo presentano spesso in forma barrata.

Dal 2008 al 2015, gli annunci di riduzione dei prezzi sono stati fissati in relazione a un prezzo di riferimento definito dall'ordinanza del 31 dicembre 2008.

Nel suo articolo 2, questa affermava che il prezzo di riferimento non poteva superare il prezzo più basso praticato dal commerciante per un articolo o servizio simile durante gli ultimi 30 giorni prima dell'inizio della pubblicità o il prezzo raccomandato dal produttore o dall'importatore del prodotto o il prezzo massimo risultante da una disposizione della legislazione economica.

Dal 2015, la determinazione del prezzo di riferimento è lasciata all'inserzionista che pubblica l'annuncio di riduzione di prezzo.

L'ordinanza dell'11 marzo 2015 abroga l'ordinanza del 31 dicembre 2008 che stabilisce il metodo di determinazione del prezzo di riferimento e vieta in generale gli annunci di riduzione del prezzo senza un prezzo di riferimento.

Prevede che qualsiasi pubblicità di riduzione di prezzo è lecita se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

  • qualsiasi pubblicità di riduzione di prezzo è lecita a condizione che non costituisca una pratica commerciale sleale

  • deve essere rispettato l'obbligo di indicare il prezzo di riferimento (determinato dall'inserzionista e in base al quale viene annunciata la riduzione di prezzo) accanto al prezzo ridotto

  • la realtà del prezzo di riferimento sulla base del quale viene pubblicizzata la riduzione di prezzo deve essere giustificabile.

#2 Gli obblighi del commerciante

Il commerciante che pubblicizza una riduzione di prezzo è l'unica persona responsabile della validità della sua pubblicità. Egli deve :

  • determinare il prezzo di riferimento utilizzato come base per l'annuncio di riduzione del prezzo, a condizione che il prezzo scelto sia equo. Il criterio principale è quindi l'equità dell'annuncio di riduzione del prezzo. Così, la pubblicità di riduzione del prezzo non deve essere basata su affermazioni, indicazioni o presentazioni false o ingannevoli riguardanti il prezzo, il metodo di calcolo del prezzo o la natura promozionale del prezzo.

  • essere in grado di giustificare la realtà e l'equità del prezzo di riferimento in caso di ispezione della DGCCRF (acronimo di Direction générale de la concurrence, de la consommation et de la répression des fraudes, ovvero Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi).

🔴 Il consumatore non deve avere l'impressione di fare un "affare" quando non è così.

Per esempio, nel 2019, la DGCCRF ha ispezionato un importante sito di vendite online in Francia e lo ha accusato di aver esposto prezzi ingannevoli.
Secondo la DGCCRF, l'azienda è accusata di aver cercato di dare ai suoi clienti l'illusione di un buon affare attuando varie strategie fraudolente volte a costruire un "prezzo di riferimento" fittizio.

In questo caso, i prezzi di riferimento, che di fatto non corrispondevano ad alcuna realtà economica, sono stati utilizzati per mostrare tariffe promozionali particolarmente attraenti.

#3 Esempi e giurisprudenza

Ad oggi: cosa dice la giurisprudenza francese sul prezzo equo?

📌 Il prezzo equo è il prezzo minimo garantito e stabile, che rimane tale indipendentemente dalle fluttuazioni di mercato.

Ecco alcuni esempi su cui si è pronunciata la giurisprudenza francese:

Caso 1: Un commerciante che aveva aumentato artificialmente i suoi prezzi prima di offrire uno sconto è stato accusato di pratica commerciale ingannevole, dato che l'esposizione di prezzi esageratamente alti, sui quali sono stati praticati sconti molto consistenti, ha indotto in errore i clienti sul valore reale dei mobili offerti in vendita". (Corte di Cassazione, sezione penale, 7 febbraio 2006, n. 05-82580).

Caso 2: Un commerciante aveva indicato un prezzo di riferimento in un catalogo e offriva numerosi sconti ai consumatori. Anche in questo caso si trattava di una pratica commerciale ingannevole in quanto emergeva "dall'analisi delle fatture che i prezzi di riferimento esposti dalla società nei suoi cataloghi e volantini pubblicitari erano fittizi a causa di una pratica commerciale di sconti consistenti sistematici ma illusori per i suoi clienti" (Corte di Cassazione, sezione penale, 26 giugno 2012, n. 11-86267).

Caso 3: Un commerciante aveva scontato in modo permanente un gran numero di prodotti. Ha fatto riferimento a prezzi che erano stati indicati fin dall'inizio, ma che in realtà non erano mai stati applicati. Ha menzionato un periodo di promozione, che è stato esteso indefinitamente, per incoraggiare il consumatore a comprare il prodotto rapidamente. Secondo i giudici, era necessario indagare se i prezzi di riferimento menzionati fossero stati applicati in precedenza. (Corte di Cassazione, sezione penale, 11 luglio 2017, n. 16-84902).

4# Hai bisogno di rassicurazioni e protezione?

Qualsiasi professionista (anche una società di e-trading) può chiedere per iscritto alla DGCCRF di "prendere una posizione formale sulla conformità" dei suoi metodi di informazione dei consumatori sui prezzi. (Articolo L112-5 del Codice del Consumo). Questo parere è vincolante per l'amministrazione e può quindi proteggerti in caso qualcosa dovesse andare storto.

La procedura:

  • Compila il modulo disponibile sulla pagina economie.gouv.fr

  • Clicca successivamente su > démarches administratives >demandes professionnelles > obtenir un rescrit en matière d’affichage des prix  (procedure amministrative > richieste professionali > ottenere una conferma circa l'esposizione dei prezzi) e carica una o più fotografie dell'esposizione dei prezzi prevista.

5# La direttiva Omnibus

A causa delle numerose infrazioni dei professionisti in materia di prezzo di riferimento, l'Europa ha reagito imponendo una definizione rigorosa del prezzo di riferimento, che sarà più facile da verificare per le autorità di controllo. In futuro, la direttiva Omnibus (recepita nell'ordinamento francese dalla legge 2020-1508 del 3 dicembre 2020 relativa a diverse disposizioni di adeguamento al diritto dell'Unione europea (DDADUE)) farà fare un passo indietro alla regolamentazione francese, in particolare per quanto riguarda il prezzo di riferimento.

La direttiva Omnibus modifica la direttiva 98/6/CE aggiungendo l'articolo 6a:

  1. Qualsiasi annuncio di una riduzione di prezzo deve indicare il prezzo precedentemente applicato dal commerciante per un determinato periodo prima della riduzione di prezzo.

  2. Il prezzo precedente significa il prezzo più basso applicato dal commerciante durante un periodo non inferiore a trenta giorni prima dell'applicazione dello sconto.

  3. Gli Stati membri possono prevedere regole diverse per le merci che possono deteriorarsi o scadere rapidamente.

  4. Se il prodotto è sul mercato da meno di 30 giorni, gli Stati membri possono anche prevedere un periodo più breve di quello previsto al paragrafo 2.

  5. Gli Stati membri possono prevedere che, in caso di aumento graduale della riduzione di prezzo, per prezzo precedente si intenda il prezzo senza riduzione prima della prima applicazione dello sconto.

Il recepimento nel diritto francese è avvenuto con l'ordinanza n. 2021-1734 del 22 dicembre 2021, che aggiunge l'articolo L. 112-1-1 al codice del consumo:

"Art. L. 112-1-1.-I.-Ogni pubblicità di una riduzione di prezzo deve indicare il prezzo precedente praticato dal commerciante prima dell'applicazione della riduzione di prezzo.
"Questo prezzo precedente corrisponde al prezzo più basso applicato dal commerciante a tutti i consumatori negli ultimi trenta giorni prima dell'applicazione della riduzione di prezzo.
"In deroga al secondo paragrafo, in caso di riduzioni di prezzo successive durante un determinato periodo, il prezzo precedente sarà quello praticato prima dell'applicazione della prima riduzione di prezzo.
"La presente I non si applica agli annunci di riduzione di prezzo riguardanti prodotti deperibili minacciati da un rapido deterioramento.
"II - Queste disposizioni non si applicano alle operazioni in cui un commerciante confronta i prezzi che espone con quelli di altri commercianti."

🔴 D'ora in poi, dovrai tenere conto della nuova definizione del prezzo di riferimento quando progetti le tue operazioni promozionali.

3. Qual è la differenza tra promozioni e saldi?

#1 Saldi

I saldi sono operazioni di promozione delle vendite attraverso il prezzo ridotto.

#2 Vendite private

Queste sono promozioni. Riguardano solo una parte della clientela, per esempio i titolari di carte fedeltà, i clienti che ricevono la newsletter, ecc. Queste offerte non devono essere discriminatorie. Possono essere proposte in qualsiasi momento dell'anno.

#4 Altri tipi di operazioni promozionali

A parte i saldi, che sono operazioni regolamentate, e il caso specifico dei prodotti alimentari o destinati all'alimentazione degli animali domestici, per i quali la legge [2] prevede un quadro "in termini di valore e di volume di vantaggi promozionali immediati o differiti", non esiste un quadro preciso in materia di riduzioni o promozioni che un venditore al dettaglio può liberamente effettuare quando vuole e sui prodotti che vuole (dolci per esempio a Halloween, Black Friday, ecc). L'unica condizione è che l'equità sia rispettata. Così, per esempio, le promozioni non possono durare per sempre

4. Quali sono i diritti dei consumatori?

Qualunque siano le operazioni promozionali proposte, i prodotti venduti beneficiano dell'obbligo di consegna conforme, di tutte le garanzie legali e del diritto di recesso.

Infine, per quanto riguarda le scorte, queste devono essere sufficienti per soddisfare i clienti durante tutta la durata dell'operazione promozionale. Se le scorte sono esaurite, devi rifornire, eccetto per le vendite in cui il rifornimento è proibito e a meno che tu non abbia informato i clienti del numero di prodotti disponibili al prezzo promozionale o indicato "fino ad esaurimento scorte". In quest'ultimo caso, bisogna fare attenzione perché questa dichiarazione potrebbe essere considerata fuorviante se si scopre che hai pianificato un numero insufficiente di prodotti rispetto alla domanda prevista (se, per esempio, hai pubblicizzato ampiamente l'operazione promozionale, è logico aspettarsi una domanda elevata per il prodotto in questione).

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📌Articoli tradotti:

Articolo L112-1: Ogni venditore di un prodotto o prestatore di un servizio deve informare il consumatore attraverso la marcatura, l'etichettatura, l'esposizione o qualsiasi altro processo appropriato dei prezzi e delle condizioni specifiche della vendita e della prestazione di servizi, secondo le modalità stabilite da ordinanze del Ministro dell'economia, previa consultazione del Consiglio nazionale dei consumatori.

Articolo L112-2: Le disposizioni dell'articolo L. 112-1 si applicano a tutte le attività di produzione, di distribuzione e di servizio, comprese quelle esercitate da enti pubblici, in particolare nel quadro delle convenzioni di delega di servizio pubblico, nonché ai servizi menzionati nel titolo IV bis del libro IV del codice di commercio.

Le regole relative all'obbligo d'informazione al pubblico da parte degli istituti di credito, delle società finanziarie, degli istituti di moneta elettronica, degli istituti di pagamento e degli organismi menzionati nell'articolo L. 518-1 del Codice monetario e finanziario sono stabilite nell'articolo L. 312-1-1 dello stesso Codice.

Articolo L112-3: Se il prezzo non può essere ragionevolmente calcolato in anticipo a causa della natura del bene o del servizio, il commerciante deve fornire il metodo di calcolo del prezzo e, se del caso, qualsiasi costo aggiuntivo di trasporto, consegna o spedizione e qualsiasi altro costo. Se i costi aggiuntivi non possono essere ragionevolmente calcolati in anticipo, il commerciante deve indicare che possono esseci spese aggiuntive.

Articolo L112-4: Nel caso di un contratto a tempo indeterminato o di un contratto con abbonamento, il prezzo totale include i costi totali sostenuti per ogni periodo di fatturazione. Se tali contratti sono addebitati a un tasso fisso, il prezzo totale comprende anche i costi mensili totali. Se il costo totale non può essere ragionevolmente calcolato in anticipo, il metodo di calcolo del prezzo deve essere reso noto.

Articolo L112-4-1: Se il contratto di vendita di beni o il contratto di fornitura di contenuto digitale o di servizi digitali non prevede il pagamento di un prezzo, il professionista deve specificare la natura del beneficio fornito dal consumatore ai sensi degli articoli L. 217-1 e L. 224-25-2.

Nota: Conformemente all'articolo 21 del decreto n. 2021-1247 del 29 settembre 2021, queste disposizioni si applicano ai contratti conclusi a partire dal 1° gennaio 2022.

Articolo L112-5: Ogni commerciante può chiedere all'autorità amministrativa responsabile della concorrenza e del consumo di prendere una posizione formale sulla conformità con gli articoli da L. 112-1 a L. 112-4 e le misure regolamentari adottate per la loro applicazione, dei metodi di informazione sui prezzi di vendita al consumo che prevede di introdurre.

Questa dichiarazione formale ha lo scopo di proteggere il richiedente da una modifica della valutazione dell'autorità amministrativa che potrebbe esporlo alla sanzione amministrativa prevista dagli articoli L. 131-5 e L. 131-6.
L'autorità amministrativa prende formalmente posizione su questa richiesta entro un termine fissato per decreto dal Consiglio di Stato.

Se l'autorità amministrativa rimane in silenzio alla fine di questo periodo, si considera la richiesta respinta.

Un decreto del Consiglio di Stato precisa le modalità di applicazione del presente articolo, in particolare il contenuto, le modalità di presentazione e di notifica del ricevimento della domanda.

Articolo L121-1: Le pratiche commerciali sleali sono proibite.

Una pratica commerciale è sleale se è contraria ai requisiti della diligenza professionale e distorce o può distorcere materialmente il comportamento economico del consumatore che è ragionevolmente ben informato e ragionevolmente attento e avveduto riguardo a un bene o servizio.

Il carattere sleale di una pratica commerciale diretta a una particolare categoria di consumatori o a un gruppo di consumatori vulnerabili a causa di infermità mentale o fisica, età o credulità, deve essere valutato alla luce della capacità media di discernimento della categoria o del gruppo.

Le pratiche commerciali sleali comprendono, in particolare, le pratiche commerciali ingannevoli definite negli articoli da L. 121-2 a L. 121-4 e le pratiche commerciali aggressive definite negli articoli L. 121-6 e L. 121-7.

Ordinanza del 3 dicembre 1987 sull'informazione dei consumatori sui prezzi:

Versione in vigore il 16 marzo 2022

Il Ministro di Stato, Ministro dell'Economia, delle Finanze e delle Privatizzazioni, e il Segretario di Stato presso il Ministro di Stato, Ministro dell'Economia, delle Finanze e delle Privatizzazioni, responsabile per i consumatori, la concorrenza e la partecipazione, vista l'ordinanza n. 86-1243 del 1° dicembre 1986 sulla libertà dei prezzi e la concorrenza.

Visto il decreto n. 86-1309 del 29 dicembre 1986 che stabilisce le condizioni di applicazione dell'ordinanza n. 86-1243 del 1° dicembre 1986 sulla libertà dei prezzi e della concorrenza;

Il Consiglio Nazionale dei Consumatori è stato consultato,

Articolo 1

Qualsiasi informazione sui prezzi dei prodotti o dei servizi deve mostrare, qualunque sia il mezzo utilizzato, la somma totale comprensiva di tutte le tasse che devono essere effettivamente pagate dal consumatore, espressa in euro.

Tuttavia, le spese o il compenso per servizi aggiuntivi eccezionali espressamente richiesti dal consumatore e il cui costo è stato concordato in anticipo possono essere aggiunti alla somma indicata.

Articolo 2

Le disposizioni del presente articolo si applicano ai prodotti che non sono abitualmente portati via dall'acquirente e ai prodotti consegnati per corrispondenza.

Le spese di consegna o spedizione dei prodotti di cui al paragrafo precedente sono incluse nel prezzo di vendita, a meno che l'importo non sia indicato in aggiunta.

Se questi costi non sono inclusi, qualsiasi informazione fornita al consumatore sui prezzi deve indicare chiaramente:

  • al punto di vendita, l'importo di queste spese secondo le diverse aree servite dal venditore;

  • al di fuori del luogo di vendita, l'importo per la zona abitualmente servita dal venditore.

Tuttavia:

  • se le informazioni sui prezzi per il consumatore riguardano più punti vendita con condizioni di consegna diverse, le informazioni possono menzionare solo l'eventuale esistenza di spese di consegna che devono essere portate a conoscenza del consumatore nel punto vendita prima della conclusione del contratto;

  • nel caso di un'offerta di vendita di cui al seguente articolo 14, il consumatore deve essere pienamente informato dell'importo delle spese di consegna, con qualsiasi mezzo adeguato, prima della conclusione del contratto.

Se il venditore non effettua consegne, qualsiasi informazione sui prezzi deve essere specificata al consumatore.

Articolo 3

Se il prezzo pubblicizzato non include un elemento o un servizio che è essenziale per l'uso o lo scopo del prodotto o del servizio offerto, questo deve essere esplicitamente dichiarato.

Articolo 4

Il prezzo di ogni prodotto destinato alla vendita al dettaglio ed esposto in pubblico in qualsiasi modo, in particolare in una vetrina, su un display o all'interno del luogo di vendita, deve essere contrassegnato da un segno o da un'etichetta.

Articolo 5

Il prezzo deve essere indicato sul prodotto stesso o vicino ad esso in modo tale che non ci sia alcuna incertezza sul prodotto a cui si riferisce.

Deve essere perfettamente leggibile sia dall'esterno che dall'interno dello stabilimento, a seconda di dove sono esposti i prodotti.

Articolo 6

Prodotti identici o diversi, venduti allo stesso prezzo ed esposti insieme in pubblico, possono dar luogo all'indicazione di un solo prezzo.

Articolo 7

I prodotti venduti in lotti devono portare un cartello che indichi il prezzo e la composizione del lotto, così come il prezzo di ogni prodotto che lo compone.

Articolo 8

Nel caso di prodotti venduti a peso o a misura, l'indicazione del prezzo è accompagnata dall'unità di peso o di misura a cui il prezzo corrisponde.

Articolo 8-1

Nel caso di prodotti contenenti oro, platino, argento o palladio, l'indicazione del prezzo deve essere accompagnata dall'indicazione del metallo prezioso utilizzato e dal suo titolo espresso in millesimi.

Articolo 8-2

Nel caso di prodotti composti da metallo prezioso - oro, platino e argento - e metallo base giustapposti, l'indicazione del prezzo deve essere accompagnata dal nome dei metalli utilizzati nella composizione dell'opera. L'obbligo di indicare i metalli non si applica ai meccanismi interni dell'orologio e alle parti tecniche.

Questa informazione deve essere riportata sulle etichette e su qualsiasi documento commerciale o pubblicitario che menzioni un prezzo di vendita.

Articolo 9

I prodotti falsi diversi dagli articoli decorativi, esposti in vista del pubblico, in particolare nelle vetrine, devono recare l'indicazione dei prezzi ai quali i prodotti reali corrispondenti sono venduti nel negozio.

Articolo 10

Il prezzo di qualsiasi prodotto non esposto in pubblico, ma disponibile per la vendita al dettaglio nel punto vendita o in locali adiacenti al punto vendita e direttamente accessibili da esso, deve essere etichettato.

Articolo 11

L'etichetta deve essere scritta in caratteri perfettamente leggibili. Deve essere collocata o attaccata sul prodotto stesso o sulla confezione in cui è presentato per la vendita.

L'etichetta può essere sostituita dalla semplice iscrizione del prezzo sul prodotto o sulla confezione.

Articolo 12

Le disposizioni degli articoli 10 e 11 non si applicano a:

  • prodotti alimentari deperibili;

  • prodotti per i quali il prezzo è indicato con un cartello su un esemplare esposto al pubblico; - prodotti non deperibili venduti alla rinfusa per i quali il prezzo è esposto alle stesse condizioni di cui all'articolo 11

  • ai prodotti non deperibili venduti alla rinfusa il cui prezzo è esposto alle stesse condizioni previste dall'articolo 13 per le prestazioni di servizi.

Articolo 13

Il prezzo di ogni servizio deve essere esposto nei luoghi in cui il servizio è offerto al pubblico.

L'esposizione consiste nell'indicare su un unico documento l'elenco dei servizi offerti e il prezzo di ciascuno di essi. Questo documento, esposto in piena vista del pubblico, deve essere perfettamente leggibile dal luogo dove si ricevono abitualmente i clienti.

Inoltre, il prezzo di tutti o parte dei servizi offerti al pubblico deve essere esposto in modo leggibile dall'esterno, secondo le modalità stabilite con l'ordinanza del Ministro dell'Economia.

Articolo 14

Il prezzo di qualsiasi prodotto o servizio offerto al consumatore per mezzo di una tecnica di comunicazione a distanza deve essere indicato con precisione al consumatore, con qualsiasi mezzo che possa essere provato, prima della conclusione del contratto.

Ai fini della presente ordinanza, una tecnica di comunicazione a distanza è qualsiasi tecnica che permetta al consumatore, al di fuori dei luoghi abituali in cui si ricevono i clienti, di ordinare un prodotto o richiedere la prestazione di un servizio.

La telematica, il telefono, la trasmissione video, i servizi postali e la distribuzione di materiale stampato sono considerati tecniche di comunicazione a distanza.

Articolo 15

Disposizioni specifiche di informazione sui prezzi per alcuni prodotti o servizi possono essere stabilite con decreto ministeriale.

Articolo 16

Ha modificato le seguenti disposizioni

Articolo 17

Ha modificato le seguenti disposizioni

Articolo 18

La presente ordinanza è pubblicata nella Gazzetta ufficiale della Repubblica francese.

L'ordinanza dell'11 marzo 2015 sugli annunci di riduzione dei prezzi al consumatore [1]

Il Ministro dell'Economia, dell'Industria e degli Affari Digitali e il Segretario di Stato per il Commercio, l'Artigianato, il Consumo e l'Economia Sociale e Solidale,
Visto il codice del consumo, in particolare gli articoli L. 113-3 e L. 120-1 ;
Visto il codice di commercio, in particolare gli articoli da L. 310-1 a L. 310-7 e L. 450-1;
Il Consiglio Nazionale dei Consumatori è stato consultato,
Decreto:

Articolo 1

Qualsiasi pubblicità di riduzione di prezzo è lecita a condizione che non costituisca una pratica commerciale sleale ai sensi dell'articolo L. 120-1 del Codice del Consumo e che sia conforme ai requisiti della presente ordinanza.

Articolo 2

Quando una riduzione di prezzo viene pubblicizzata in un esercizio commerciale, l'etichettatura, la marcatura o l'esposizione dei prezzi effettuata secondo le disposizioni in vigore deve specificare, oltre al prezzo ridotto pubblicizzato, il prezzo di riferimento che è determinato dall'inserzionista e a partire dal quale viene pubblicizzata la riduzione di prezzo.

Articolo 3

Se la riduzione di prezzo è pubblicizzata ad un tasso uniforme e si riferisce a prodotti o servizi chiaramente identificati, la riduzione può essere fatta tramite sconto in contanti. In questo caso, l'informazione deve essere fornita su questo metodo, l'indicazione del prezzo ridotto non è obbligatoria e il vantaggio annunciato deve essere inteso in relazione al prezzo di riferimento.

Articolo 4

L'inserzionista deve essere in grado di giustificare la realtà del prezzo di riferimento a partire dal quale viene pubblicizzata la riduzione di prezzo.

Articolo 6

Il direttore generale della concorrenza, del consumo e del controllo delle frodi è incaricato dell'applicazione del presente decreto, che sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica francese.

Articolo L310-3

Versione in vigore dal 01 novembre 2019

Modificato dalla legge n°2019-486 del 22 maggio 2019 - art. 16 (V)

I. -I saldi sono vendite che sono accompagnate o precedute da pubblicità e sono annunciate come finalizzate, attraverso una riduzione di prezzo, allo smaltimento accelerato delle merci in magazzino.

I saldi hanno luogo, per l'anno civile, durante due periodi di una durata minima di tre settimane e una durata massima di sei settimane ciascuno, le date e gli orari di inizio e fine dei quali sono fissati da un decreto del ministro dell'economia. Questa ordinanza può prevedere date diverse in alcuni dipartimenti per questi due periodi, e per vendite diverse da quelle menzionate nell'articolo L. 221-1 del Codice del Consumo, al fine di tenere conto delle forti vendite stagionali o delle operazioni commerciali nelle regioni di confine.

I prodotti pubblicizzati come in saldo devono essere stati messi in vendita e pagati almeno un mese prima dell'inizio del periodo di saldo in questione.

II - In qualsiasi pubblicità, insegna, denominazione sociale o commerciale, l'uso della parola "saldi" o dei suoi derivati è proibito per designare qualsiasi attività, denominazione sociale o commerciale, insegna o qualità che non si riferisce a un'operazione di vendita come definita in I sopra.

Articolo L310-5

Versione in vigore dal 14 maggio 2009

Modificato dalla legge n°2009-526 del 12 maggio 2009 - art. 54

È prevista una multa di 15.000 euro nei seguenti casi:

1° Condurre una liquidazione senza la dichiarazione preventiva di cui all'articolo L. 310-1 o in spregio alle condizioni previste da questo articolo;

2° Effettuare una vendita occasionale ai mercatini senza la dichiarazione prevista dall'articolo L. 310-2 o in spregio a questa dichiarazione;

3° Effettuare vendite su merci che sono state tenute per meno di un mese alla data di inizio del periodo di saldo in questione;

4° Usare la parola "saldi" o i suoi derivati nei casi in cui questo uso non si riferisce a un'operazione di vendita come definita nella I dell'articolo L. 310-3;

5° Usare la denominazione "factory outlet" o "factory depot" in spregio alle disposizioni dell'articolo L. 310-4;

5° bis Mancata registrazione o dichiarazione di un programma di manifestazioni commerciali da parte di un centro fieristico in applicazione del secondo paragrafo dell'articolo L. 762-1, o mancata dichiarazione di modifiche al programma oggetto della dichiarazione annuale iniziale;

6° Organizzare una manifestazione commerciale senza la dichiarazione prevista al secondo paragrafo dell'articolo L. 762-2 o non rispettare le condizioni di svolgimento della manifestazione dichiarata.

Le persone fisiche sono anche soggette alla pena supplementare di affiggere o diffondere la decisione pronunciata, alle condizioni previste dall'articolo 131-35 del codice penale.

Articolo R310-6

Versione in vigore dal 01 luglio 2014

Modificato dal decreto n°2014-571 del 2 giugno 2014 - art. 1

Il rinvio della data della vendita di liquidazione indicata nella dichiarazione di cui all'articolo R. 310-2 è soggetta all'informazione preventiva del sindaco per lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, compresa la giustificazione di questo cambiamento.

Qualsiasi rinvio di questa data per più di due mesi darà luogo a una nuova dichiarazione alle condizioni previste dall'articolo R. 310-2.

Non appena ne viene a conoscenza, il dichiarante è tenuto a informare il sindaco, tramite lettera raccomandata con ricevuta di ritorno, di qualsiasi cambiamento dell'evento che motiva la liquidazione di cui al secondo comma dell'articolo L. 310-1.

Articolo R310-7

Versione in vigore dal 27 marzo 2007

La pubblicità relativa a una vendita di liquidazione può riguardare solo i prodotti elencati nell'inventario fornito in allegato alla dichiarazione preventiva di cui all'articolo R. 310-2.

L'ordine menzionato nell'articolo R. 310-2 specifica anche le informazioni che devono apparire in questa pubblicità e le modalità della sua organizzazione.

Articolo in lingua originale: "Promotions, soldes et réductions : Comment fixer ses prix ?

31/03/2022

Audrey von Essen

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